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AccessiWeb: il web accessibile e inclusivo

15/07/2024

La disabilità in Italia e l'inclusione digitale

La disabilità in Italia e l'inclusione digitale

L'accesso equo e inclusivo alle risorse digitali è diventato un elemento essenziale per la partecipazione sociale ed economica. Tuttavia, mentre l'Italia abbraccia l'era digitale, emergono sfide significative legate all'accessibilità, un aspetto spesso sottovalutato ma cruciale per garantire che tutti possano godere appieno dei benefici della tecnologia.

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità

La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) adottata dall’ONU il 13 dicembre 2006 ha rappresentato un enorme passo avanti nel mondo dell’inclusione e dell’accessibilità. Tale documento si pone come punto di riferimento per quanto riguarda la delicata questione dei diritti delle persone con disabilità. All’interno di questo trattato vengono dichiarati i principi fondamentali da rispettare per garantire una vita dignitosa e inclusiva per le persone disabili, in ogni sua sfera. La CRPD  innanzitutto sottolinea il principio della dignità intrinseca di tutte le persone con disabilità e il loro diritto all’uguaglianza di opportunità. Riconosce inoltre, il diritto ai soggetti disabili di essere coinvolti e inclusi in tutte le sfere della vita sociale, economica, politica e culturale. Sottolinea il rispetto della diversità delle persone con disabilità, riconoscendone l'unicità come individui con proprie esperienze, e specifici bisogni.

Inoltre un aspetto fondamentale toccato dalla Convenzione è quello dell’accessibilità. Viene infatti sottolineata l’importanza dell’accessibilità per tutte le persone affette da disabilità in tutti i settori della vita, inclusi trasporti, strutture, informazioni e comunicazione, anche nel mondo del digitale. Nel 2009 l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU e ha avviato progetti diversificati per includere le persone con disabilità. 

La disabilità in Italia: i dati ISTAT

Il tema della disabilità in Italia rappresenta una realtà che coinvolge silenziosamente una buona parte della popolazione. Secondo i dati ISTAT infatti sarebbero oltre 13 milioni le persone in Italia con disabilità, rappresentando un buon 22% della popolazione nazionale. Così come è cruciale rimuovere le barriere architettoniche per garantire l’accessibilità alle persone con disabilità nella vita quotidiana, è altrettanto importante assicurare un accesso completo e semplificato a Internet. Infatti ancora troppo poco spazio viene dedicato alla questione dell’accessibilità on line. Attualmente il 90% dei siti web non è completamente accessibile; un italiano su cinque è così escluso dall’esperienza di una fruizione agevole e completa del mondo digitale. Questi numeri ci pongono di fronte a una realtà in cui l'accessibilità digitale è ancora un traguardo da raggiungere, con implicazioni dirette sulla partecipazione di una vasta parte della popolazione.

Cosa dice la normativa italiana: la Legge Stanca

In questo contesto, è fondamentale esaminare da vicino la normativa italiana che regola l'accessibilità digitale.  La Legge 4/2004, anche conosciuta come Legge Stanca, rappresenta il principale punto di riferimento nel quadro della normativa italiana in ambito di accessibilità digitale. Il suo obiettivo è quello di garantire la piena accessibilità a strumenti informatici e telematici a tutte le persone, incluse quelle portatrici di disabilità.

La presente legge obbliga i soggetti erogatori a rendere i propri siti web e applicazioni mobili accessibili. Per soggetti erogatori si intende un largo bacino di soggetti tra cui: pubblica amministrazione, enti pubblici economici, soggetti privati concessionari di servizi pubblici, soggetti privati con un fatturato medio consolidato superiore a cinquecento milioni di euro.

Questo significa essere:

  • Percepibili: significa che l’utente deve essere in grado di percepire le informazioni presentate.
  • Utilizzabili: ossia che deve essere facilmente operabile e navigabile. Questo implica anche l’essere raggiungibili anche tramite tastiera
  • Comprensibili: gli utenti devono essere in grado di comprendere le informazioni
  • Solidi: deve essere possibile visualizzare e interpretare il contenuto presentato attraverso gli strumenti e le tecnologie assistive.

La legge Stanca impone ai soggetti erogatori di redigere e aggiornare periodicamente una "dichiarazione di accessibilità". Questo documento, che deve essere pubblicato sul proprio sito, fornisce informazioni sulla conformità ai requisiti di accessibilità. La verifica del rispetto di tali requisiti spetta all'AgID, l'Agenzia per l'Italia Digitale. Nel caso in cui le direttive non vengano rispettate, l'AgID può emettere una diffida, chiedendo di correggere l'infrazione entro un determinato periodo. Tuttavia, se il fornitore non adempie a questi obblighi, potrebbe essere soggetto a sanzioni fino al 5% del suo fatturato.

Garantire l'accessibilità del proprio sito web alle persone con disabilità, quindi, non rappresenta solo un obbligo legale, ma anche una misura preventiva per evitare possibili sanzioni.

(fonte immagine: Pixabay)

(articolo di Federica Maria Diddoro) 


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